Patente sospesa: la motivazione può essere implicita? Lo chiarisce la Cassazione
I criteri di motivazione nella determinazione della sanzione accessoria
La Corte di Cassazione ribadisce i principi che regolano la misura della sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida, evidenziando come la sua determinazione rientri nella discrezionalità del giudice di merito. In particolare, la Suprema Corte chiarisce che il giudice è tenuto a fornire una motivazione specifica soltanto quando la durata della sospensione si discosta in modo significativo dal minimo edittale previsto dalla legge.
Obbligo motivazionale e discrezionalità del giudice
Secondo la giurisprudenza consolidata, non è necessario motivare in maniera articolata quando la misura della sospensione:
- coincide con il minimo edittale;
- si discosta lievemente da esso;
- è comunque molto più vicina al minimo che al massimo.
In tali casi, afferma la Corte, è sufficiente anche una motivazione implicita, desumibile dal complessivo iter argomentativo del giudice.
Principio ribadito
La Corte Suprema conferma che la misura della sospensione della patente deve essere commisurata al caso concreto, ma la motivazione non necessita di un approfondimento articolato quando la durata rientra nel minimo o si discosta marginalmente.
FAQ finali
- Chi decide la durata della sospensione della patente?
La durata è determinata dal giudice, cui è attribuita ampia discrezionalità.
- Quando serve una motivazione espressa?
Quando la durata si discosta in modo significativo dal minimo edittale.
- Quando basta una motivazione implicita?
Quando la durata coincide con il minimo, se ne discosta lievemente o resta molto più vicina al minimo che al massimo.
- Quali precedenti sono richiamati?
Le sentenze n. 24023/2020 e n. 21574/2014.