
L’introduzione dell’euro digitale pone sfide cruciali, in particolare per la sua modalità offline, pensata per replicare le caratteristiche del contante fisico
Nell’ultimo anno, il Comitato europeo per la protezione dei dati personali (European Data Protection Board o EDPB) si è impegnato a garantire standard più elevati di protezione dei dati e della privacy nell’ambito del progetto di istituzione dell’euro digitale, adottando anche un parere congiunto con il Garante europeo della protezione dei dati (European Data Protection Supervisor – EDPS) sulla proposta di regolamento relativo all’istituzione della nuova moneta digitale.
Le decisioni riguardanti la progettazione dell’euro digitale hanno implicazioni significative per i diritti e le libertà dei cittadini europei, nonché per la loro capacità di utilizzare in futuro metodi di pagamento digitali che siano rispettosi della protezione dei dati. L’introduzione dell’euro digitale pone, infatti, sfide cruciali, in particolare per la sua modalità offline, pensata per replicare le caratteristiche del contante fisico:
- anonimato,
- sicurezza contro la falsificazione e
- resistenza al cd. double-spending (la capacità di spendere la stessa unità di moneta più volte).
Un parere di esperti commissionato dall’EDPB ha esaminato la complessa fattibilità tecnica di questa modalità dell’euro digitale basata su token, delineando una complessa rete di compromessi tra principi di sicurezza informatica e requisiti normativi.
Il documento pubblicato dal Comitato europeo (Expert Opinion “The Digital Euro and Its TokenBased Offline Modality” by Prof. Dr. Ing. Tibor JAGER) esplora la fattibilità tecnica, i limiti intrinseci, i possibili approcci e le considerazioni sulla sicurezza che circondano lo sviluppo di una modalità offline per l’euro digitale che sia simile al contante, anonima e resistente al doppio impiego (double-spending).
In particolare, sul piano tecnico, la sfida più importante che solleva l’euro digitale è riassunto nel Teorema CAP, un principio fondamentale nei sistemi distribuiti. Il teorema stabilisce che un sistema distribuito può garantire contemporaneamente solo due delle tre proprietà:
- Coerenza (Consistency, C): tutti i nodi vedono gli stessi dati (nessun double-spending);
- Disponibilità (Availability, A): ogni richiesta riceve una risposta (i pagamenti possono essere eseguiti in qualsiasi momento);
- Tolleranza alle partizioni (Partition Tolerance, P): il sistema continua ad operare anche in caso di interruzione delle comunicazioni (essenziale per la modalità offline).
Poiché una valuta digitale offline deve per definizione garantire Disponibilità (A) e Tolleranza alle Partizioni (P), il Teorema CAP implica una limitazione fondamentale: il sistema non può garantire la Coerenza (C) a livello di protocollo di rete. In pratica, ciò significa che l’assenza di una connessione in tempo reale rende intrinsecamente difficile prevenire il double-spending in un ambiente distribuito.
Per superare la limitazione imposta dal Teorema CAP, la modalità offline deve fare affidamento sull’assunzione che il dispositivo dell’utente contenga un hardware sicuro (come elementi sicuri mobili o Trusted Execution Environments – TEEs) in grado di impedire in modo affidabile la clonazione e la spesa multipla dei token, anche se ciò non eliminerebbe alcuni aspetti critici evidenziati nel documento.
Per quanto riguarda l’anonimato, il documento osserva che una valuta digitale offline richiede garanzie di non collegabilità (unlinkability) significativamente più forti rispetto al contante fisico. Mentre le banconote sono considerate non collegabili assumendo che i numeri di serie non vengano registrati, le valute digitali operano su dispositivi opachi che potrebbero consentire una sorveglianza nascosta e su larga scala.
Per garantire l’anonimato e l’infalsificabilità (unforgeability) in modo robusto e indipendente dall’hardware sicuro, la crittografia gioca un ruolo fondamentale. In particolare, sono evidenziate le firme cieche (Blind Signatures) come uno strumento fondamentale che:
- consente alla Banca Centrale di emettere token (monete digitali) che gli utenti possono spendere in modo anonimo;
- garantisce l’anonimato in quanto gli identificatori dei token non sono collegati all’identità reale o all’attività dell’utente (pseudonimia e non collegabilità).
In sostanza, protocolli basati su firme cieche possono realizzare una valuta anonima e infalsificabile, anche se la resistenza al double-spending e la trasferibilità in un ambiente fully-offline richiedono comunque l’hardware sicuro.
In conclusione, l’euro digitale, per raggiungere il suo obiettivo di valuta cash-like, dovrà bilanciare attentamente una serie di requisiti, affrontando i rischi di sicurezza dell’hardware con una rigorosa architettura di sistema. Le tecniche crittografiche attualmente disponibili possono comunque offrire un percorso credibile per la progettazione di una modalità offline dell’euro digitale che preservi la privacy e sia sicura.