Avvocati e IA generativa: cosa prevede la guida CCBE pubblicata dal CNF
Le linee guida CCBE
Il Consiglio degli ordini forensi d’Europa (CCBE) ha pubblicato il documento “CCBE guide on the use of generative AI by lawyers”, reso disponibile in lingua italiana dal Consiglio Nazionale Forense (CNF). L’iniziativa si colloca in un contesto di crescente utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa (GenAI) nella professione legale, con l’obiettivo di promuovere un impiego responsabile, consapevole e conforme ai doveri deontologici degli avvocati.
Finalità della Guida CCBE
La guida intende:
- aumentare la consapevolezza degli avvocati sull’uso della GenAI;
- illustrare benefici, casi d’uso e limiti degli strumenti di IA generativa;
- individuare rischi e criticità per la professione;
- richiamare l’attenzione sugli obblighi deontologici potenzialmente impattati.
Il documento si concentra sulle sole dimensioni etiche e professionali, senza affrontare aspetti tecnici o regolatori ulteriori rispetto al quadro europeo delineato dall’AI Act (Regolamento UE 2024/1689).
Cos’è la GenAI e perché interessa la professione legale
La GenAI è una sottocategoria dei sistemi di intelligenza artificiale di uso generale, in grado di generare contenuti nuovi. L’adozione nella professione legale cresce rapidamente, soprattutto per ricerca giuridica, analisi documentale, sintesi e traduzioni.
Benefici principali
- Efficienza operativa
- Miglioramento della ricerca e analisi giuridica
- Incremento della qualità del lavoro
- Riduzione tempi e costi
- Focus su attività strategiche
- Potenziale ampliamento dell’accesso alla giustizia
Rischi principali individuati dal CCBE
- Allucinazioni: generazione di sentenze, norme o citazioni inesistenti.
- Bias e adulazione: distorsioni dovute ai dati di addestramento e risposte compiacenti.
- Mancanza di trasparenza (black box): difficoltà nel verificare come il modello produce gli output.
- Proprietà intellettuale: rischio di violazioni del copyright.
- Sicurezza informatica: vulnerabilità e possibilità di attacchi.
- Frodi e deepfake: identità sintetiche e manipolazioni dannose
Impatto sugli obblighi professionali
- Riservatezza: evitare l’inserimento di dati sensibili se non protetti da adeguate garanzie.
- Competenza professionale: conoscere limiti e rischi della GenAI, verificare gli output, aggiornarsi.
- Indipendenza: evitare che bias o adulazione influenzino la consulenza.
- Trasparenza verso il cliente: informarlo quando potrebbe opporsi all’uso della GenAI.
- Dignità, integrità e lealtà: prevenire errori che possono portare a responsabilità disciplinari.
- Conflitto di interessi: rischio di contaminazione informativa se i modelli sono addestrati su dati di più studi legali.
Temi emergenti e prospettive future
La guida si chiude con un richiamo alla necessità di:
- rafforzare l’autonomia professionale,
- sviluppare modelli di autoregolamentazione,
- promuovere formazione continua,
- valutare l’uso dei dati professionali pubblici nei dataset,
- monitorare fenomeni emergenti legati a frodi e manipolazioni digitali.
- Che cosa sono le linee guida CCBE sull’uso della GenAI?
Sono un documento che illustra vantaggi, rischi e implicazioni etiche dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa da parte degli avvocati, focalizzandosi sugli obblighi professionali.
- Quali benefici può portare la GenAI nella professione legale?
Tra i principali: maggiore efficienza, migliore qualità del lavoro, ottimizzazione delle risorse, riduzione dei tempi e ampliamento dell’accesso alla giustizia.
- Quali rischi principali evidenzia il CCBE?
Allucinazioni, bias, mancanza di trasparenza, rischi per la proprietà intellettuale, sicurezza informatica e frodi digitali come deepfake.
- L’uso della GenAI può violare la riservatezza professionale?
Sì. Se non adeguatamente configurati, gli strumenti GenAI possono trattare o riutilizzare dati sensibili inseriti nei prompt. È fondamentale verificarne le policy e adottare misure protettive.
- L’avvocato deve informare il cliente dell’uso della GenAI?
Sì, quando è ragionevole presumere che il cliente possa opporsi o porre condizioni all’utilizzo dell’IA generativa per la propria pratica legale.
- La GenAI può incidere sul dovere di indipendenza dell’avvocato?
Sì. Bias e adulazione dei modelli possono influenzare l’analisi professionale, riducendo l’imparzialità nella consulenza.
- L’uso scorretto della GenAI può avere conseguenze disciplinari?
Assolutamente sì: l’utilizzo non controllato di output generati dall’IA può portare a errori professionali, compromettendo la fiducia del cliente e l’immagine dell’avvocato.